Il Ciambellone
Non sono molto social - lo si capisce già da questa frase - ma vorrei condividere con alunni, genitori, colleghi della nostra scuola le emozioni e i pensieri che questa foto mi ha suscitato.
La prima volta che l'ho vista mi sono salite alle labbra le parole rivolte da Pier Paolo Pasolini alla madre. Non sono pertinenti, mi si dirà: fuori tema e fuori registro. Ma non conosco confessione più sincera della "Supplica" del poeta bolognese. E la mia era, in quel momento, una confessione: la confessione di quanto aver fatto teatro fosse importante perché lo avevamo fatto "insieme".
Incontrarsi, provare, "fare memoria", e poi le prove generali, l'adrenalina dello spettacolo, la mistica dell'esistere in relazione alle battute degli altri sono stati momenti coinvolgenti perché vissuti insieme. Anche la preoccupazione per l'intrinseca difficoltà di un copione "disteso", i dubbi sulle nostre capacità attoriali, le prove a singhiozzo: tutto è stato condiviso, ci siamo spronati, consigliati e aiutati a vicenda. La cosa poi ha finito per essere contagiosa e ci si fermava nei corridoi anche solo per accennare una battuta dello spettacolo, comunicando persino in un gergo tutto nostro.
A ben vedere, la sera dello spettacolo, questo "noi" non solo è salito sul palco e si è esibito, ma si è anche ampliato, perché ha compreso gli altri insegnanti, la Dirigente, gli alunni, i genitori degli studenti, i parenti, gli amici che hanno gremito i Filodrammatici per amicizia, stima o divertimento.
A questo noi collettivo, all'intera comunità scolastica riunita insieme va il mio più sentito ringraziamento.
Aldo Acerbi